Windows on ARM si merita di meglio

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L’ultima trimestrale di Qualcomm ci mostra uno Snapdragon X che fatica a conquistare il mercato: il prodotto è ottimo, ma la sua diffusione è rallentata da un supporto software ancora incompleto e dalla carenza di offerta nella fascia bassa. Eppure le potenzialità ci sono: Windows on ARM ce la farà questa volta?

Lo spunto per questo articolo nasce dalla recente presentazione dei risultati trimestrali di Qualcomm, in cui l’argomento Snapdragon X – che di conseguenza vuol dire Windows on ARM, vista l’assenza di concorrenti in questo segmento di mercato – è passato molto in sordina, come se l’azienda non volesse che se ne parlasse più di tanto. Eppure, fin dal lancio della piattaforma nel 2023, questo prodotto è stato un vero e proprio cavallo di battaglia per Qualcomm, una famiglia di chip che nelle intenzioni della casa di San Diego dovrà arrivare a detenere la metà delle quote di mercato nella sua categoria. Se fino a pochi mesi fa dalle dichiarazioni ufficiali emergevano sicurezza e fiducia sul fatto che il prodotto potesse sfondare sul mercato, a metà 2025 pare che si sia scelto un approccio più prudente con la stampa, visti i risultati decisamente sotto le aspettative, in termini di quote, raggiunti dai laptop con a bordo Snapdragon X.

Se il trend si possa invertire, non sono in grado di dirlo: ora, siamo chiari, i laptop con Snapdragon si vendono, e ci sono anche molti modelli disponibili; il punto è che restano una fetta marginale se confrontati con la mole di prodotti x86, quindi con Intel o AMD a bordo, che per una serie di ragioni continuano ad essere preferiti e preferibili dalla maggioranza delle persone.

Quello di cui posso invece parlare sono i motivi che hanno portato Qualcomm a dover rivedere le sue aspettative: tra tutti spicca la carenza di laptop Snapdragon nella fascia media e soprattutto in quella bassa del mercato. Se i modelli di alta gamma sono un’ottima vetrina per la piattaforma, è anche vero che vanno a competere in un territorio difficilissimo, dove Apple domina da anni incontrastata e dove i volumi sono relativamente bassi. Le versioni Plus e “liscia” del chip stanno per fortuna iniziando a cambiare questa situazione, ma è evidente a tutti che il prezzo medio dei laptop con Snapdragon sia ancora troppo alto per fare grandi volumi.

I volumi bassi poi vanno ad aggravare un altro problema, che è quello di un supporto software ancora acerbo. Sono moltissimi gli sviluppatori che in questi mesi hanno rilasciato una versione delle loro app nativa per Windows on ARM, e molti altri hanno già rilasciato delle beta; un supporto così esteso, prima dell’arrivo di Snapdragon X, non si era mai visto sulla versione ARM di Windows, e se una app non dovesse essere ancora disponibile in versione nativa, l’emulatore Prism potrà in molti casi tradurla in modo totalmente trasparente. Tuttavia le app non ancora native o disponibili solo in beta sono ancora troppe perché la piattaforma decolli: anche se allo stato attuale la gran parte degli utenti, che fa un uso del computer che potremmo definire “casual” o “business”, potrebbe facilmente saltare su questa barca, resta l’insicurezza. Oggi chi compra un computer generalmente tende a tenerlo diversi anni, e le persone non amano investire denaro su tecnologie il cui futuro è incerto, e che con il passare del tempo potrebbero anche venire messe in disparte o abbandonate, soprattutto se si parla di macchine di alta gamma.

Ed è un peccato che la situazione sia questa, perché, e lo abbiamo visto con Apple Silicon e i MacBook Air, i computer con ARM all’interno sono eccezionali per la maggior parte degli utenti, ma deve esserci un supporto serio da parte degli sviluppatori: giochi a parte, Apple questo supporto l’ha avuto, Qualcomm molto meno: lo dimostra il fatto che a oltre un anno dal lancio delle prime macchine, ancora molti software, tra cui soprattutto i plug-in e i giochi, non sono disponibili. Questo significa rimanere tagliati fuori dai parchi di macchine aziendali - dove è fondamentale avere la massima compatibilità anche con software legacy – ma significa anche che, laddove si renda necessario ricorrere all’emulatore Prism, il rapporto prestazioni consumi può peggiorare drasticamente, vanificando in parte i vantaggi dell’usare un laptop basato su architettura ARM. Inoltre, a proposito dell’emulazione, c’è da ricordare che molti giochi non girano affatto, e quelli che funzionano hanno prestazioni molto basse, complice anche la scarsa potenza della GPU Adreno integrata in questa prima generazione.

Insomma, in questo momento il futuro di Windows on ARM non sembra esattamente roseo, e sarà interessante osservare come evolverà la situazione. Quel che è certo è che ci troviamo davanti al classico circolo vizioso che tiene ferma questa piattaforma fin dai tempi dei primi Windows RT; eppure questa volta le potenzialità ci sono e sono tangibili: chi ha provato uno dei laptop con Snapdragon X potrà confermare la bontà del progetto, ma per avere successo guardando al futuro, questi chip dovranno essere davvero molto superiori ai rivali x86 per convincere sempre più persone a prendersi un piccolo rischio e a passare a una nuova piattaforma. Se Apple ha potuto focalizzarsi completamente su ARM, Microsoft non può rinunciare all’alleanza con Intel e AMD, i suoi partner storici, ma allo stesso tempo si capisce che tiene molto a Windows on ARM: lo dimostra il lancio dei PC Copilot di un anno fa, così come il fatto che, piaccia o no, la versione ARM di Windows è reattiva e snella, l’esatto opposto della variante x86, ormai sovraccarica del peso di decenni di software legacy che non può fare a meno di supportare.

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